Paolo Loffredo, sesta generazione di una numerosa famiglia di editori e librai impegnata dalla fine dell'Ottocento nella produzione e diffusione di libri, nel 2012 crea la nuova sigla editoriale Paolo Loffredo Editore. La sede storica è stata fino agli anni '80 nel cuore del centro storico di Napoli in via San Biagio dei Librai, Decumano inferiore e nota anche con il nome di SpaccaNapoli. Giuseppe Loffredo decide poi a inizio Novecento di affiancare alla vendita dei libri la produzione editoriale, che si afferma definitivamente nel secondo dopoguerra con la pubblicazione di manuali per l’Università e per la Scuola che riescono ad imporsi presto in tutta Italia.
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Mosaic - Una vita da carcerato
ISSN 2611-1470
Lingua: Italiano
Editore: Paolo Loffredo Iniziative Editoriali Srl
Descrizione
Una vita da carcerato
«Durante le mie detenzioni ho sempre mantenuto uno spirito tutto sommato tra le Culture positivo anche nei peggiori momenti, forse è questo che mi ha aiutato a superarli e a mantenermi in vita. Ho affrontato i problemi e le disgrazie con una certa ironia. Se pur amara quell’ironia era parte della cultura romanesca di cui da bambino ho respirato gli ultimi residui e che ho riscoperto nei miei studi: forse per questo, con lo studio, mi chiudo in un mondo tutto mio che mi fa evadere dalla dura realtà in cui mi trovo a vivere giorno dopo giorno. Proprio in carcere, nel 2002, quasi per caso, ho cominciato questi studi che non ho più abbandonato.»
Così Andrea Furbini, nell’incipit di questo suo racconto autobiografico che è anche un urlo rivolto alle istituzioni e alle persone del cosiddetto mondo libero (ma sarà poi reale questa distinzione?): non sono più Andrea di 15-20 anni orsono. Sono sempre io, ma molto è cambiato, in tutti questi anni di reclusione: «Le emozioni, i sentimenti, le difficoltà, le critiche al sistema, sono quindi di una persona che c’è dentro e che le conosce bene, le respira quotidianamente e le combatte con la sua rabbia, con il suo cuore e con il suo spirito».Chiede, in queste pagine, che il giudizio di chi è chiamato a seguire e a giudicare l’itinerario di una persona detenuta debba accertarsi del cammino fatto, del rinnovato amore per la cultura, i libri, le espressioni teatrali, della assidua ricerca del bello in un ambiente per lo più ostile. Verificare l’amore del padre lontano per i propri figli. Nel libro di Andrea Furbini brilla l’ironia e l’autoironia, l’anima popolare di uno sgargiante “romanesco”, quello dei sonetti, in un suggestivo prosimetrum che scandisce i momenti della vita di un carcerato. Monotona e paradossale, da cui si “esce” recitando, come le maschere antiche, la verità. Dietro le sbarre, Andrea Furbini è un parresiasta. La sua storia è un romanzo che stende, verticalmente e orizzontalmente, per sfida culturale e per richiedere attenzione, una potente risata sul microcosmo dei vizi e della virtù del consorzio umano che è il carcere.