Paolo Loffredo, sesta generazione di una numerosa famiglia di editori e librai impegnata dalla fine dell'Ottocento nella produzione e diffusione di libri, nel 2012 crea la nuova sigla editoriale Paolo Loffredo Editore. La sede storica è stata fino agli anni '80 nel cuore del centro storico di Napoli in via San Biagio dei Librai, Decumano inferiore e nota anche con il nome di SpaccaNapoli. Giuseppe Loffredo decide poi a inizio Novecento di affiancare alla vendita dei libri la produzione editoriale, che si afferma definitivamente nel secondo dopoguerra con la pubblicazione di manuali per l’Università e per la Scuola che riescono ad imporsi presto in tutta Italia.
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Tra speranza e vecchia sfiducia
ISSN: 2611-1470
Editore: Paolo Loffredo Editore Srl
Lingua: Italiano
Descrizione
Tra speranza e vecchia sfiducia
Pier Paolo Pasolini, Roma, il dialetto
Quale fu il rapporto tra Pier Paolo Pasolini e Roma? Sei studiosi hanno affrontato questa domanda partendo da vari punti di vista e hanno esplorato, secondo prospettive e orientamenti disciplinari differenti, il rapporto tra il poeta friulano, la città, il suo dialetto e la sua letteratura dialettale.
Dopo un quadro sulla nascita delle borgate e sulle loro storie – in qualche modo “pasoliniane prima di Pasolini” – di miseria e degrado, si prende in esame la centralità delle carceri romane, Rebibbia e Regina Coeli, nell’immaginario dello scrittore: tale centralità è riscontrabile anche al di là delle opere d’ambientazione espressamente romana e “romanesca”. Questo stesso universo di detenzione, malavita, prostituzione è evocato anche in alcune delle più celebri canzonette pasoliniane, scritte mentre, con l’avanzata della società dei consumi e dei suoi processi di omologazione, a un tempo sociale e linguistica, la tensione utopica di Pasolini andava progressivamente esaurendosi: è rivelatorio, da questo punto di vista, il fallimento dell’originale progetto della Divina Mimesis.
I due interventi che chiudono il volume ricostruiscono, infine, la genesi delle due antologie, edite entrambe nel 1952, che hanno condizionato stabilmente il canone e la ricezione della lirica romanesca e dialettale contemporanea: Poesia dialettale del Novecento, curata da Pasolini con il contributo fondamentale di Mario dell’Arco, e Il fiore della poesia romanesca, a cura di Leonardo Sciascia con una densa premessa di Pasolini – e, dietro le quinte, l’abile regia dello stesso Dell’Arco.
Contributi di Fabrizio Bartucca, Flavia Guidi, Carolina Marconi, Franco Onorati, Fabio Pierangeli, Giulio Vaccaro
Autori
Davide Pettinicchio è dottore di ricerca in Italianistica. I suoi saggi più recenti vertono su Belli e Leopardi, dei quali ha pubblicato diverse edizioni commentate.
Giulio Vaccaro insegna Storia della lingua italiana all’Università di Perugia. Tra i suoi interessi di ricerca rientrano il rapporto tra storia della lingua e storia, con particolare riguardo al Medioevo, e il dialetto romanesco in tutta la sua evoluzione storica dalle Origini a Zerocalcare.