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Paolo Loffredo, sesta generazione di una numerosa famiglia di editori e librai impegnata dalla fine dell'Ottocento nella produzione e diffusione di libri, nel 2012 crea la nuova sigla editoriale Paolo Loffredo Editore. La sede storica è stata fino agli anni '80 nel cuore del centro storico di Napoli in via San Biagio dei Librai, Decumano inferiore e nota anche con il nome di SpaccaNapoli. Giuseppe Loffredo decide poi a inizio Novecento di affiancare alla vendita dei libri la produzione editoriale, che si afferma definitivamente nel secondo dopoguerra con la pubblicazione di manuali per l’Università e per la Scuola che riescono ad imporsi presto in tutta Italia.

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I proverbi di Platone


ISBN: 978 88 99306 97 7
ISSN: 2611 - 3652
Lingua: Italiano, Greco
Editore: Paolo Loffredo Iniziative Editoriali Srl
Prezzo di vendita14,00 €
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I proverbi di Platone

«Non svegliare il can che dorme», «I vicini hanno la vista più acuta delle volpi», «Storie di vecchie», «Difficili le cose belle», «Il canto del cigno», «Temere la pro¬pria ombra»: sono solo alcuni dei proverbi e dei detti comuni che si trovano nei dialoghi platonici e che sono giunti fino ad oggi, vivi ed usati in diversi contesti linguistici, anche dialettali. In effetti nelle rappresentazioni drammatiche costitu¬ite dai dialoghi platonici hanno un loro ruolo anche i proverbi, le espressioni proverbiali, le massime, i detti comuni, popolari, derivati dall’uso corrente del linguaggio parlato, o colti, ricavati in genere da Omero e da Esiodo, ma non solo. Sia i detti omerici ed esiodei, sia quelli derivati da tradizioni mitiche o religiose, come per esempio quelle orfiche, sono sempre inseriti a sottolineare svolti signifi¬cativi delle discussioni, oltre che a “colorire” i vari dialoghi, con i vari personaggi, nelle varie situazioni, ed in questa operazione stilistica spesso Platone ne stravolge i significati, caricandoli sempre di sfumature e di sensi nuovi in accordo con le prospettive filosofiche che a volta a volta sta tracciando. A questi proverbi e detti comuni, in questo volume, sono state aggiunte alcune espressioni create dallo stesso Platone e scolpite nell’icasticità del suo linguaggio.

 Autore

Giovanni Casertano è stato professore ordinario di Storia della Filosofia Antica nell’Uni¬versità degli Studi di Napoli “Federico II”; Visiting Professor in varie Università dell’Eu¬ropa e dell’America del Sud; ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria dell’antica città di Elea per i suoi studi su Parmenide, e il Dottorato in Filosofia honoris causa dell’Università di Brasilia, con la quale collabora in qualità di Permanent fellow dell’Archai Unesco Chair (Filosofia Antiga). I suoi campi di ricerca sono principalmente i Presocratici e Platone; ha al suo attivo più di trecento pubblicazioni. Tra i suoi ultimi volumi: Il nome della cosa. Linguaggio e realtà negli ultimi dialoghi di Platone, Napoli 1996; Morte, Napoli 2003; Sofista, Napoli 2004; La nascita della filosofia vista dai Greci, Pistoia 2007; Paradigmi della verità in Platone, Roma 2007; I Presocratici, Roma 2009; O prazer, a morte e o amor nas doutrinas dos Pré-socraticos, São Paulo 2012; Da Parmenide di Elea al Parmenide di Platone, Sankt Augustin 2015; Giustizia, filosofia e felicità. Un’inttroduzione a La Repubblica di Platone, Roma 2015; Platone, Fedone o dell’anima. Dramma etico in tre atti, traduzione, commento e note di G.C., Napoli 2015; Venticinque studi sui preplatonici, Pistoia 2019.


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