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Paolo Loffredo, sesta generazione di una numerosa famiglia di editori e librai impegnata dalla fine dell'Ottocento nella produzione e diffusione di libri, nel 2012 crea la nuova sigla editoriale Paolo Loffredo Editore. La sede storica è stata fino agli anni '80 nel cuore del centro storico di Napoli in via San Biagio dei Librai, Decumano inferiore e nota anche con il nome di SpaccaNapoli. Giuseppe Loffredo decide poi a inizio Novecento di affiancare alla vendita dei libri la produzione editoriale, che si afferma definitivamente nel secondo dopoguerra con la pubblicazione di manuali per l’Università e per la Scuola che riescono ad imporsi presto in tutta Italia.

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De costantia sapientis – La fermezza del saggio


ISBN: 978 88 99306 85 4
ISSN: 2611-1411
Lingua: Latino, Italiano
Editore: Paolo Loffredo Iniziative Editoriali Srl
Prezzo di vendita24,50 €
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De costantia sapientis. La fermezza del saggio

Il De constantia sapientis, tramandato come secondo libro dei Dialogi di Seneca, è dedicato ad Anneo Sereno, e argomenta il paradosso stoico secondo cui ‘il saggio non può subire offesa’. Con questo studio si intende offrire una chiave di lettura di questo testo, che non ha ricevuto sinora particolare attenzione da parte della critica. L’introduzione mette in luce le problematiche relative alla datazione, che alcuni rimandi interni permettono di collocare in un periodo antecedente alla morte di Claudio; alle fonti, fra cui acquista rilievo la giurisprudenza romana; all’intento politico in senso lato, con la valorizzazione dell’importanza del filosofo per lo Stato; allo stile, che si contraddistingue per la presenza di sillogismi e similitudini laddove il Seneca maturo ricorrerà a sentenze e metafore. La traduzione cerca di valorizzare il ricorrere dei termini chiave e la vivacità icastica delle formulazioni senecane. Il commento mette in luce, sul piano dei contenuti, il radicamento del tema, proprio dello Stoicismo ortodosso, nella realtà giuridica e sociale romana, sia sul piano legislativo che su quello della vita quotidiana dei nobili del tempo, con esempi di turpiloquio in senato, di salutatio inopportuna, di banchetti poco onorevoli e servi maliziosi; sul piano della forma, la pervasività di uno spazio immaginario disegnato lungo l’asse verticale: chi reca offesa pretende di porsi più in alto del suo bersaglio, ma è in effetti un miserabile, mentre il saggio possiede una levatura morale che lo colloca in una posizione tanto elevata da riuscire irraggiungibile per ogni possibile attacco.

 Autore

Francesca Romana Berno è Professore associato di Lingua e letteratura latina presso il Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università degli studi di Roma “Sapienza”. Il suo interesse principale è lo studio di Seneca prosatore, su cui ha pubblicato due monografie (Lo specchio, il vizio e la virtù. Studio sulle Naturales quaestiones di Seneca, Bologna 2003; L. Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, libro VI: le lettere 53- 57, Bologna 2006). A questi lavori si aggiungono numerosi articoli, incentrati su determinate strategie parenetiche del filosofo (metafore, citazioni e allusioni poetiche, esempi storici), oltre che su alcuni aspetti della ricezione della sua opera. Sul versante della prosa, ha affrontato anche alcuni temi relativi a oratoria e produzione filosofica ciceroniana (con attenzione a De domo, Pro Caelio, Tusculanae disputationes, Paradoxa Stoicorum). Per quanto riguarda la poesia, oltre ad alcuni lavori su Seneca tragico, e in particolare sull’Edipo, si è occupata recentemente di Ovidio, soffermandosi sulla rappresentazione del Chaos e della figura di Giano nei Fasti.


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