Elegia “lieta”, elegia “triste”: poesia dell’esclusione
ISSN:
Lingua: Italiano, Latino
Editore: Paolo Loffredo Iniziative Editoriali Srl
Descrizione
Elegia “lieta”, elegia “triste”: poesia dell’esclusione
La prima parte è un’incursione nell’elegia latina augustea, con analisi di isolati specimina testuali di un’esperienza letteraria dai risvolti psicologici ed esistenziali irripetibili; su di essa si condensa il contemporaneo spirito critico che sviluppa tematiche metaletterarie di altissimo rilievo; la strategia rivoluzionaria ovidiana ne avrebbe addirittura provocato snaturamenti. Nella seconda, manifesto della contestazione, arguto decostruzionismo di una ufficialità falsa e codina, si avverte l’eterno trasgressivismo: con questi slogans si potrebbe dare un titolo coordinante alla poesia ovidiana tout court, all’ultima produzione esilica in particolare, che appare sempre più sfida perenne, e perennemente maliziosa, contro le ipocrisie di un regime che in cambio di una ritrovata pace, agognatissima, ubriaca le coscienze. Il poeta elegiaco prima, epico sui generis poi, glorificatore dei fasti di Roma ancora dopo, a quale format poetico poteva aderire, intenzionato com’era a non abbandonare la poesia? Poteva un uomo dell’arguzia e degli ideali libertari di Ovidio cedere ad una poesia cortigianamente paludata resistendo alle istanze di ironia che caratterizza la sua personalità e la sua sfera di pensiero? Ebbene, il poeta relegato per un edic-tum imperiale sceglie di dare una continuità, sia pur discontinua, proprio a quella poesia, condannata come forma della nequitia; il genere elegiaco torna al centro dell’ispirazione in una sorta di Ringkomposition; la novità è nella restituzione del patrimonio lessicografico alla sua originaria destinazione, sottratto, in parte, a sua volta, alla funzionalizzazione operata dagli autori dei molles elegi.