Paolo Loffredo, sesta generazione di una numerosa famiglia di editori e librai impegnata dalla fine dell'Ottocento nella produzione e diffusione di libri, nel 2012 crea la nuova sigla editoriale Paolo Loffredo Editore. La sede storica è stata fino agli anni '80 nel cuore del centro storico di Napoli in via San Biagio dei Librai, Decumano inferiore e nota anche con il nome di SpaccaNapoli. Giuseppe Loffredo decide poi a inizio Novecento di affiancare alla vendita dei libri la produzione editoriale, che si afferma definitivamente nel secondo dopoguerra con la pubblicazione di manuali per l’Università e per la Scuola che riescono ad imporsi presto in tutta Italia.
ULTIMI EVENTI
"L'emigrazione da Casalnuovo"
23 Marzo 2024 - Palazzo Salerno Lancellotti Ateneo, via XXV Luglio, 41 - Casalnuovo (NA) - ore 16,30
---------------------------------------------------------------------------------------------
"Intelligenza artificiale e giornalismo: sfide e opportunità"
26 Marzo 2024 - Sindacato Unitario dei Giornalisti - vico Monteleone, 12 - primo Piano - Napoli - ore 15,00
Classica…Mente – Atti dell’associazione di filosofia, lettere e arti
ISSN :
Lingua : Italiano
Editore : Paolo Loffredo Editore Srl
Descrizione
Classica…Mente. Atti dell’associazione di filosofia, lettere e arti
Classica…Mente è un’associazione nata l’8 ottobre 2017. Rivolge la sua attenzione alla filosofia, alle lettere e alle arti. L’impostazione umanistica non esclude l’interesse verso le Scienze, perché afferiscono anch’esse al settore umanistico, coincidendo quest’ultimo con l’espressione del pensiero dell’uomo che si estrinseca anche nelle scienze e nella tecnica.
Classica…Mente si propone la diffusione e la valorizzazione della cultura, nel significato più vivo e intenso che questo termine ha inteso e intende esprimere, non ostante gli ultimi scadimenti di significato dovuti all’applicazione di questo lemma alle diverse accezioni sociali, antropologiche, storiche, politiche: si pensi alle locuzioni cultura di destra e cultura di sinistra.
La pretesa stessa di voler fare cultura e di voler diffondere cultura può sembrare certamente presuntuosa e smisurata rispetto a ciò che il significato originario di questa parola intendeva e che si è voluto riprendere. Spesso, infatti, rispetto a quanto il termine cultura intendeva esprimere e veicolare, tutti si sentivano intimiditi nell’umile considerazione della mole di informazioni, di alti pensieri di uomini eccelsi, di azioni stoiche, di complessità di intrecci filosofici o di analisi di concetti, talvolta di difficile decodificazione.
Ma, soprattutto, la pretesa di diffondere cultura attraverso un ristretto numero di persone potrebbe sembrare anacronistica e poco attinente alla realtà del nostro tempo, abituata a estensioni più disinvolte e a un conseguente concetto di cultura quale quotidianità di fatti, di mode, di tendenze. Potrebbe sembrare uno sforzo inutile e nostalgico e soprattutto lontano dalla globalizzazione della cultura stessa, distante dagli elevati numeri della divulgazione su cui può contare un quotidiano o dalla quantità
di ascoltatori che la radio può raggiungere o dai milioni di telespettatori che un programma tv può avvicinare o, peggio ancora, distanti anni luce dai numeri raggiungibili dai social net-work, inesorabili filtri di buona e di cattiva cultura.